Siamo sicuri che il nostro benessere sia veramente un BEN-essere? Siamo abituati a mangiare più del necessario e soprattutto cibi sbagliati e il prevalente stile di vita sedentario ci porta a fare troppo poco movimento. Uno schema talmente frequente nei paesi industrializzati da aver condotto allo sviluppo di patologie che sono ormai divenute un classico dei nostri tempi e vengono appunto catalogate come malattie del benessere.

La sindrome metabolica - un pericoloso quartetto di fattori di rischio

Per sindrome metabolica si intende una condizione caratterizzata da un pericoloso quartetto composto da 4 fattori di rischio:

> aumento della circonferenza addominale
> ipertensione
> iperglicemia
> alto tasso di trigliceridi nel sangue.

Queste condizioni prese singolarmente rappresentano già di per sé un fattore di rischio per la salute del cuore e che, se presenti in concomitanza, rappresentano uno stato molto pericoloso per l'organismo in particolare per quanto riguarda il rischio di patologie cardiovascolari, infarto, ictus, diabete ed altre malattie come il fegato grasso.


Diffusissima, sottovalutata, evitabile...

Di per sé la sindrome metabolica non rappresenta una malattia ma, come abbiamo già accennato, un insieme di fattori di rischio che merita tuttavia un'attenzione particolare per la sua ampia diffusione.
Si stima infatti che interessi circa la metà degli adulti oltre i 50 anni, una stima destinata a crescere se si considera il progressivo aumento del problema del sovrappeso già nell'infanzia (il principale fattore scatenante nel quartetto).

Tuttavia, nonostante la predisposizione genetica giochi un ruolo importante, è bene comprendere che si può invertire la rotta in qualsiasi momento prendendo in mano coscientemente l' alimentazione e il proprio stile di vita.

Sono affetto da sindrome metabolica?

Per comprendere se si è interessati da una condizione di sindrome metabolica è sempre opportuno discutere con il proprio medico la propria condizione di salute prestando attenzione ai seguenti fattori:

> Sovrappeso

In particolare con tessuto adiposo collocato nella fascia addominale. Una circonferenza addominale superiore a 102 centimetri negli uomini e a 88 centimetri nelle donne rappresenta un alto fattore di rischio.

Il grasso addominale infatti altera il metabolismo dei grassi e degli zuccheri. In quest'ultimo caso le cellule richiedono un maggiore quantitativo di insulina dovuto ad un aumento della resistenza alla stessa. Le cellule del fegato preposte alla sua produzione sono sottoposte ad un carico elevato di lavoro (maggiore produzione di insulina = iperinsulinemia) e con il tempo non riescono più a produrre la quantità necessaria. Questa condizione sfocia a lungo andare in diabete.


> Pressione arteriosa

In particolare se costantemente superiore a 130/85 mmHg.
Ne soffrono circa 10 milioni di italiani.

Oltre a fattori ereditari che hanno un'incidenza del 30%, l'ipertensione è fortemente legata ad abitudini alimentari, aumentando in concomitanza con sovrappeso/obesità, e alla sedentarietà (tanto maggiore è la sedentarietà, tanto aumenta il rischio di ipertensione)

> Disfunzione lipidica: indicatori

- trigliceridi ematici superiori a 150 mg/dl
- colesterolo HDL ("colesterolo buono") inferiore a 40 mg/dl negli uomini o a 50 mg/dl nelle donne.
Per saperne di più sull'interazione fra colesterolo buono e cattivo, vai all'articolo dedicato >>

> Glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl

Quali sono i rischi della sindrome metabolica?

Le persone interessate da sindrome metabolica hanno un rischio 4 volte maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari e 5 volte maggiore di sviluppare diabete ma sono predisposti inoltre allo sviluppo di patologie renali ed epatiche.

Prevenzione e cura della sindrome metabolica

Un drastico cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari può ridurre significativamente i fattori di rischio che nel complesso vengono definiti sindrome metabolica.

La sindrome metabolica è di per sé molto pericolosa in quanto i sintomi diventano manifesti quando ormai gli squilibri si sono protratti per talmente tanto tempo da sfociare in vere e proprie patologie.

Importantissima in questo senso è la consapevolezza che è necessario giocare d'anticipo riducendo i fattori di rischio anche quando non si è ancora malati. Forse proprio questo è l'ostacolo più importante in quanto molte persone non accusando disturbi non si sentono in dovere di cambiare il proprio stile di vita.

prevenzione

Ridurre il peso

Ridurre in particolare il grasso localizzato nelle fascia addominale. Le diete drastiche non rappresentano una soluzione adeguata. Ideale sarebbe diminuire gradualmente il peso del 10-15% nel primo anno. I consigli alimentari sono quelli che valgono per una sana alimentazione raccomandata in generale a tutti:

- suddividere l'alimentazione in 4-5 pasti giornalieri aiuta a mantenere livelli stabili di glicemia
- privilegiare un'alimentazione ricca di fibre vegetali e povera di carboidrati e grassi, eliminando quanto
  più possibile i grassi e gli zuccheri semplici (anche le bevande zuccherate) che favoriscono
   gli sbalzi glicemici.
- limitare quanto più possibile l'uso del sale che incide sulla pressione arteriosa preferendo invece
   spezie per insaporire i piatti
- privilegiare quegli alimenti che aumentano il tasso di colesterolo buono diminuendo quello cattivo.
   Vedi a tal proposito il nostro articolo >>

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Attività fisica regolare

Per combattere la sindrome metabolica non ci si può astenere dall'esercizio fisico. Oltre a contribuire alla perdita di peso, espleta una serie di altri effetti benefici che concorrono a prevenire le patologie cardiovascolari riducendone il rischio fino al 50%: favorisce un migliore afflusso di ossigeno a tutti i tessuti, in particolare al cuore, permette una maggiore capillarizzazione dei tessuti riducendo il rischio di infarto e angina, diminuisce lo stress, la pressione arteriosa mantenendola bassa fino a 12 ore in seguito all'attività, ma anche il tasso glicemico aumentando la sensibilità all'insulina e riduce i livelli di colesterolo LDL.

Ideale sarebbe riuscire ad effettuare dell'esercizio fisico almeno 30 minuti ogni giorno. Un minimo di 4 volte a settimana dovrebbe essere garantito. Una camminata a passo veloce, una pedalata in bici, qualche gradino in più e già si può contribuire un minimo al benessere del cuore. Con qualche piccolo accorgimento si può raggiungere il attività fisica minimo necessario:

prendere le scale invece dell'ascensore, utilizzare la bici come mezzo di trasporto casa-lavoro dove possibile, fare una camminata digestiva invece che un pisolino, ritagliarsi degli intervalli di tempo nella giornata in cui mettere in attività il nostro corpo.

Ridurre lo stress

Anche ridurre lo stress può contribuire a diminuire i fattori di rischio della sindrome metabolica. Ad una condizione prolungata di stress l'organismo reagisce infatti con la secrezione dell'ormone cortisolo che diminuisce i livelli di colesterolo buono HDL, aumenta glicemia e la pressione arteriosa e contribuisce alla formazione di tessuto adiposo addominale. Prima di tutto andrebbero individuati i fattori scatenanti e combatterli se possibile. Non sempre tuttavia queste situazioni possono essere eliminate dalla quotidianità.
In tal caso è necessario compensarle effettuando esercizi come training autogeno, yoga e rilassamento muscolare.

Combattere la sindrome metabolica con le bacche di goji

Le bacche di goji sono l'alimento perfetto da aggiungere alla propria alimentazione per chi desidera combattere ma anche prevenire la sindrome metabolica o i singoli fattori di rischio che la compongono.

Grazie ai suoi preziosi antiossidanti le bacche di goji aiutano a prevenire efficacemente le patologie cardiovascolari proteggendo il colesterolo buono HDL dagli attacchi dei radicali liberi che ne influenzano la trasformazione in LDL.

La presenza di cromo e dei polisaccardi LBP con un bassissimo carico glicemico contribuiscono a mantenere un profilo glicemico stabile ed offrono un senso di sazietà prolungato che aiuta a superare bene le pause fra i pasti (ideale per chi sta seguendo una dieta).

Possiedono inoltre un effetto energizzante che le rende adatte come snack leggero pre o post sport, proteggendo al contempo le cellule dallo stress ossidativo da attività fisica.



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